Non possiamo fare altro che assistere con profonda tristezza a quanto sta accadendo nel mercato della certificazione. Belve ridotte alla fame (gli organismi) dalla totale incapacità dei propri manager che per sopravvivere ora non possono fare altro che scagliarsi su qualsiasi opportunità gli passi davanti accelerando (o portando a termine?) il ciclo naturale di vita (e morte) di un prodotto o servizio. Abbiamo tutti assistito, con senso di profondo disagio, alle ultime aggiudicazioni da parte di RFI Rete Ferroviaria Italiana Spa che aggiudica i servizi di certificazione ISO/IEC 27001 per il triennio 2010/2013 con un ribasso del 72,50% e con ben oltre l’80% quelli ISO 9001 (in verità per l’ultima, servizi di certificazione del sistema di gestione per la qualità in conformità alla norma ISO 9001, l’avviso di appalto aggiudicato non è stato ancora pubblicato sul sito web di RFI)! Sicuramente non è possibile offrire un servizio di qualità con onorari di quel tipo, ma mi sembra il minore dei problemi visto che sia chi compra che chi vende è pienamente consapevole di questo. Le questioni su cui però discutere sono ben altre. Due spunti su tutto. È accettabile per i comitati di salvaguardia ed imparzialità degli organismi di certificazione una politica dei prezzi di questo tipo? E poi – come già avviene in maniera diffusa in altri appalti pubblici – non sarebbe per lo meno eticamente corretto chiedere agli aggiudicatari una giustificazione circa la sostenibilità economica di quell’offerta? PER CONTINUARE A LEGGERE L’EDITORIALE SINO ALLA FINE, REGISTRATI E SCARICA GRATIS IL MAGAZINE DI NOVEMBRE. BUONA LETTURA!