Pesce: la spesa è più sicura se l’etichetta è corretta

Il Dipartimento Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino ha realizzato un rapporto sull’etichettatura dei prodotti ittici nei mercati rionali: il risultato è che solo un terzo del campione rispettava in pieno la legge. Come deve essere l’etichetta? Indicazioni obbligatorie per il pesce fresco sono prezzo, denominazione commerciale della specie, metodo di produzione (pescato o allevato) e zona di cattura (per il pescato e il Paese di provenienza per l’allevato). Per il pesce congelato coperto da glassatura, la percentuale della stessa deve essere indicata perché considerata tara. L’etichetta del pesce surgelato deve invece contenere le seguenti indicazioni: la denominazione di vendita o la denominazione commerciale della specie completata dal termine “surgelato”; il metodo di produzione (pescato o allevato), la zona di cattura per il pescato ed il Paese di provenienza per l’allevato; l’elenco degli ingredienti e cioè delle specie in caso di miscuglio; la quantità netta o, nel caso di prodotti preconfezionati in quantità unitarie costanti, la quantità nominale; il termine minimo di conservazione (TMC) completato dall’indicazione del periodo in cui il prodotto può essere conservato presso il consumatore; il TMC si indica “da consumarsi preferibilmente entro”; il nome o la ragione sociale o il marchio depositato e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nella Comunità economica europea; la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; una dicitura che consenta di identificare il lotto di appartenenza del prodotto; le modalità di conservazione del prodotto dopo l’acquisto, completata dall’indicazione della temperatura di conservazione e della attrezzatura richiesta; l’avvertenza che il prodotto una volta scongelato non deve essere ricongelato e le istruzioni per l’uso. (Fonte CertineWs)

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