Nucleare, da Governo stop a programma realizzazione centrali

Tra gli effetti dell’emendamento, secondo alcuni parlamentari, anche quello di rendere superato il referendum previsto per il mese di giugno.
Il testo dell’emendamento del governo presentato al decreto omnibus in pratica soppianta la prevista moratoria nella realizzazione delle centrali nucleari con la pura e semplica rinuncia a procedere alla realizzazione di centrali nucleari. Il testo dell’emendamento recita: «Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».

NUCLEARE: ROMANI, L’ATOMO TORNERÀ QUANDO VORRÀ LA UE NEL FRATTEMPO SVILUPPO A COSTI SOSTENIBILI PER RINNOVABILI

L’atomo elettrico tornerà «solo con una decisione coordinata di tutta l’Europa». Lo afferma il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, in un’ intervista al Sole 24 Ore, in cui sottolinea che un ritorno al nucleare potrà essere riprogrammato «solo quando verranno chiarite tutte le conseguenze e le incognite del disastro di Fukushima». Nel frattempo avanti con una «soluzione equilibrata» che garantisca «lo sviluppo a costi sostenibili» delle energie rinnovabili. Il nuovo decreto sugli incentivi al solare fotovoltaico rappresenta secondo il ministro «un buona mediazione, condivisibile da tutti», col quale si garantirà al Paese «un consistente sviluppo dell’energia fotovoltaica in un momento in cui il nucleare ha forti problemi». «Rendiamo sostenibile la produzione solare – prosegue Romani – adeguando gli incentivi ai livelli garantiti dagli altri Paesi europei, con un decalage progressivo da qui a gennaio 2013 senza porre alcun limite agli incentivi dedicati agli impianti di potenza fino a 200 kilowatt che saranno del tutto liberi sui tetti e con un semplice meccanismo antifrazionamento, e quindi antispeculazione, per gli impianti a terra, con un ridimensionamento temporale degli incentivi proporzionale alla grandezza: meno veloce per i piccoli impianti, più veloce per quelli grandi. La transizione rispetto al vecchio sistema è garantita, e con essa la salvaguardia del pregresso. In vista della piena adozione, dal gennaio 2013, del modello tedesco che prevede un decalage automatico a seconda degli obiettivi raggiunti». L’obiettivo, sottolinea il ministro dello Sviluppo Economico, è «arrivare a 25 mila megawatt installati al 2017, quando la grid parity del fotovoltaico sarà raggiunta e gli incentivi non saranno più necessari». Da qui al 2016, spiega Romani, saranno spesi «a regime tra i 6 e i 7 miliardi, contro gli 11 o 12 miliardi del tendenziale a regole precedenti». A ‘mugugnarè per il ministro saranno «da una parte gli energivori, che chiedevano tagli più drastici agli incentivi. Ma anche e forse soprattutto quelli che pensavano di fare grandi speculazioni con grandi superfici da dedicare al business del fotovoltaico». «Abbiamo deciso di abrogare le norme che prevedono la localizzazione dei nuovi impianti nucleari – aggiunge – ma non certo quelle che hanno istituto l’Agenzia per la sicurezza nucleare, nè quelle che dovrebbero facilitare una soluzione al problema dello smaltimento delle scorie». «Questione di giorni» la decisione della sede per la stessa Authority, che «praticamente c’è, qui a Roma». (Fonte CertineWs)

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