Giappone, Toyota sospende produzione in 5 fabbriche europee

Tokyo 13/04/2011 – Toyota ha annunciato oggi la sospensione della sua produzione in cinque fabbriche europee per otto giorni, tra fine aprile e inizio maggio, a causa della mancanza di componenti provenienti dal Giappone dopo il sisma/tsunami dell’11 marzo scorso. Il colosso nipponico dell’auto ha spiegato in un comunicato che «la produzione sarà fermata per diversi giorni alla fine di aprile e all’inizio di maggio, poi riprenderà a ritmo ridotto per tutto maggio, allo scopo di poter utilizzare i componenti disponibili dopo il terremoto dell’11 marzo nell’est del Giappone». Le fabbriche interessate sono quelle di assemblaggio di Onnaing (Francia), Burnaston (Gran Bretagna) e Adapazari (Turchia), e le fabbriche di produzione di motori di Jelcz-Laskowice (Polonia) e Deeside (Gran Bretagna). Le attività si fermeranno il 21 e 22 aprile, dal 25 al 29 aprile e il 2 maggio

SCOSSA DI MAGNITUDO 5,8 IN PREFETTURA FUKUSHIMA

Un forte terremoto di magnitudo preliminare 5,8 è stato registrato in Giappone alle ore 10.08 locali (le 3.08 in Italia), con epicentro nella prefettura di Fukushima, lungo la fascia costiera Hamadori. Lo rende noto la Japan Meteorological Agency (Jma), secondo cui l’intensità è stata di 5- su scala di rilevazione nipponica di 7, sufficiente quindi a far tremare i palazzi e la città di Tokyo, distante poco più di 200 km. La Tepco, il gestore dell’impianto nucleare di Fukushima, ha fatto sapere che i tecnici non sono stati allontanati e che le attività sono proseguite come da programma.

GOVERNO TAGLIA VALUTAZIONE ECONOMIA DOPO TERREMOTO

Il governo giapponese ha tagliato, per la prima in sei mesi, la propria valutazione sullo stato e l’evoluzione dell’economia a causa dell’impatto negativo del terremoto dell’11 marzo, cui è seguito lo tsunami che ha devastato in nordest del Paese, in scia dell’attesa frenata delle esportazioni, della produzione e dei consumi. Il rapporto mensile dell’Ufficio di gabinetto osserva che «anche se l’economia giapponese era in ripresa, ha mostrato debolezza di recente, per l’influenza del grande terremoto» dell’11 marzo. Lo scorso mese l’economia «stava andando verso l’alto» anche se a un livello di «debole autosufficienza». Per sostenere le aree devastate dal sisma, che ha fatto più quasi 28.000 tra vittime e dispersi, il governo elaborerà un bilancio supplementare, precisa il rapporto. Mentre secondo le anticipazioni circolate dovrebbe essere di 4.000 miliardi di yen, pari a quasi 35 miliardi di euro. Le prospettive del Giappone, anche una volta riavviata la produzione negli impianti fermati dal terremoto, potrebbero pur convergere verso l’alto, anche se ci sono rischi, tra cui la carenza di elettricità.

AEROPORTO SENDAI RIAPRE DOPO DANNI TSUNAMI

L’aeroporto di Sendai ha riaperto oggi grazie alla risistemazione a tempo di record dei danni del potente tsunami generato dal terremoto dell’11 marzo. Lo scalo del capoluogo della prefettura di Miyagi ha per ora solo voli domestici, ma è un chiaro segnale degli sforzi per un ritorno alla normalità, nel mentre tutta l’area residenziale intorno è irriconoscibile, cancellata dall’onda anomala. A Sendai, a fine mese, è atteso un altro evento importante: il ripristino della metropolitana.

NUCLEARE, NESSUN INCREMENTO RADIAZIONI IN INDIA

L’Organismo di controllo per l’energia atomica (Aerb) indiano ha reso noto di non aver registrato alcun aumento nei livelli di radiazioni «a terra e nell’aria» come conseguenza della crisi in atto in Giappone. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Pti. Ieri Tokyo ha ufficialmente ammeso che la tragedia di Fukushima Daiichi è ormai considerata di livello 7 nella scala Ines della Agenzia internazionale dell’energia atomica (Iaea), ossia equivalente a quella russa di Chernobyl. L’Aerb ha precisato che i dati ricevuti fino ad oggi dalla Rete indiana di monitoraggio delle radiazioni ambientali (Iermon) mostrano come non vi siano stati aumenti dei livelli di radioattività in tutte le località sotto controllo.

TEPCO, AVVIATO ESAME DEI PIANI PER I RISARCIMENTI

La Tepco «risponderà in modo sincero alla richiesta di indennizzi di quanti sono direttamente colpiti dalla crisi» della centrale di Fukushima, anche in funzione dei bisogni «del futuro». Lo ha detto il numero uno della compagnia, Masataka Shimizu, in una conferenza stampa presso il quartier generale di Tokyo, affermando che Tepco ha iniziato a elaborare piani compensativi per i danni causati. «Su Fukushima continuerò a collaborare con governo e autorità locali e lo farò al meglio per portare la situazione sotto controllo», ha aggiunto il manager, al lavoro da pochi giorni dopo un ricovero in ospedale per stress. Shimizu ha anche respinto l’ipotesi di dimissioni osservando che «la compagnia è attualmente nella situazione più critica e difficile dalla sua fondazione: in questo momento il mio compito è mettere sotto controllo la centrale, aiutare le persone costrette ad evacuare e dare garanzie sulla fornitura di elettricità».

PROIBITA LA VENDITA DI FUNGHI IN 16 MUNICIPALITÀ AREA FUKUSHIMA

Il governo giapponese ha deciso di proibire in 16 municipalità dell’area attorno a Fukushima la vendita di funghi shiitake, una varietà molto diffusa in oriente. Lo ha dichiarato il portavoce del governo, Yukio Edano, sottolineando che sono stati riscontrati alti livelli di radioattività nei funghi coltivati all’aria aperta. I funghi coltivati al chiuso potranno invece essere consumati. L’annuncio giunge mentre l’esecutivo di Tokio fa sapere di essere costretto ad abbassare le stime sulle previsioni dell’andamento dell’economia, alla luce del sisma e lo tsunami dell’11 marzo e la conseguente crisi nuclere di Fukushima.

FMI: MERCATI HANNO RESISTITO A SISMA,PESERÀ SU CONTI
Le istituzioni finanziarie giapponesi e i mercati si sono mostrati resistenti al terremoto, che farà sentire i propri effetti più sui conti pubblici rendendo più difficili gli aggiustamenti di bilancio. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che le conseguenze del tragico disastro saranno più evidenti sui conti pubblici del Giappone, il cui debito è stimato nel 2011 al 230% e il disavanzo primario all’8,5%. «Le conseguenze di lungo termine del tragico disastro potrebbero essere più manifeste sui conti pubblici del Giappone. Una volta che gli sforzi per la ricostruzione saranno in atto – osserva il Fmi – e i danni meglio identificati, l’attenzione di volgerà su come unire le spese per la ricostruzione a un chiaro piano per far scendere il debito nel medio termine». «Le assicurazioni giapponesi hanno sufficienti riserve per gestire le richieste che arriveranno, ma ci vorranno dei mesi prima che le perdite possano essere stimate in modo accurato». (Fonte CertineWs)

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