Intossicazione in nord Italia: tutte triestine le cozze avariate

Nas di Udine di verificare che dopo la sospensione della raccolta dei molluschi in golfo disposta lo scorso 16 settembre, non ci siano stati casi di commercializzazioni illegali di mitili. Le indagini sulle cozze avariate che hanno provocato decine di intossicazioni alimentari in Piemonte, Val d’Aosta e Liguria hanno mostrato quanto sia debole il concetto di provenienza degli alimenti in Italia. Uno dei misteri dell’epidemia scoppiata a Torino e provincia era comprendere come mai cozze che provengono ufficialmente da posti tanto diversi e lontani tra loro producono gli stessi sintomi in chi le mangia: dov’era avvenuta la contaminazione? La verità è che le cozze erano state vendute da aziende diverse, ma erano nate e cresciute nelle stesse acque: quelle triestine. Insomma, i camion macinano centinaia di chilometri in più, ma alla fine le cozze sempre quelle restano. Non si è salvata neppure la Liguria e anche qui si sono registrati casi di intossicazione. La provenienza identica delle cozze sarebbe la chiave risolutiva del mistero. Il 16 settembre l’Asl di Trieste ha emesso un fermo pesca per tutto il litorale friulano dopo che un monitoraggio delle acque da parte dell’Arpa aveva riscontrato la presenza di Dsp, una biotossina, nelle cozze. Il legame tra la biotossina e i malori, tuttavia, non è ancora provato. Per confermarlo bisognerà aspettare le conferme dei test effettuati dall’Istituto Zooprofilattico di Torino sui campioni di cozze sequestrati dai carabinieri del Nas di Torino e dal servizio veterinario.La procura, nel frattempo, ha dato incarico ai Nas di Udine perché sequestrino la documentazione inerente la vendita di molluschi da parte delle cooperative di pescatori triestini. Si vuole verificare se il divieto è stato rispettato. In caso contrario potrebbero esserci i primi iscritti nel registro degli indagati. Intanto il Centro di riferimento regionale per la sorveglianza, prevenzione, controllo delle malattie trasmesse da alimenti sta monitorando la situazione negli ospedali piemontesi. Per ora ha ricevuto 72 segnalazioni a Torino, 20 nella zona dell’Asl To3, 15 in quella della To4, uno nella To5, otto ad Alessandria, sette ad Asti, uno a Biella, 17 nel Cuneese, sei nel Verbano-Cusio-Ossola. Nessun caso è stato segnalato a Novara. A Torino gli acquisti e il consumo sono avvenuti in sei supermercati, cinque mercati e otto ristoranti. (Fonte CertineWs)

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