Truffe, Antenna satellitare gonfiata: 3 ingegneri in manette

Oltre a loro, altre 7 persone – ex dirigenti della FIRA e dipendenti della Regione Abruzzo – sono indagati per aver favorito «il buon esito della pratica». La truffa riguarda fondi destinati dall’ U.E alla Regione Abruzzo ed erogati tra il 2005 e il 2006. Gli arrestati avevano richiesto e ottenuto l’importo massimo erogabile secondo il bando, per un «Progetto Pilota» avente ad oggetto la realizzazione di una stazione per il controllo da terra di satelliti di piccole dimensioni. Si tratta di una sofisticata antenna. Le indagini della Compagnia di Avezzano hanno però rivelato che gli investimenti sostenuti erano stati palesemente gonfiati e che la documentazione contabile portata a sostegno della richiesta di contributo era stata alterata negli importi, nelle date ed in altri importanti riferimenti. La Guardia di Finanza spiega che «il progetto presentato alla Commissione di Valutazione, altro non era che un elaborato di tipo universitario ripreso da testi specifici e siti internet dedicati e, addirittura, talune consulenze amministrative presentate a corredo della richiesta di contributo, erano state redatte da una società, di fatto amministrata da due dirigenti della FIRA, cioè dall’ente finanziario incaricato dell’erogazione dei fondi per conto della Regione, in evidente, clamoroso, conflitto di interessi. Persino le ore di lavoro rendicontate dagli ingegneri per la realizzazione del progetto sono risultate gonfiate, così come il software applicativo di funzionamento della stazione di controllo satellitare, il cui progetto era stato dichiarato concluso nel 2005, è risultato acquistato solo due anni dopo, nel 2007». «Nel corso delle indagini – continuano le Fiamme Gialle – si è assistito anche ad un curioso colpo di scena: a giugno 2010 gli indagati, evidentemente inquieti per la progressione delle indagini dei finanzieri, hanno simulato un maldestro furto di parti »dell’antenna«, denunciandolo ai Carabinieri di Pereto. Sono stati gli stessi militari dell’Arma a rinvenire, nei giorni successivi, i macchinari elettronici asseritamente rubati, in un cassone per la raccolta di rifiuti speciali, danneggiati ed incendiati. Alcuni giorni dopo il furto simulato, i finanzieri di Avezzano sono poi entrati in possesso della memoria del computer contenente le immagini del sistema di videosorveglianza dello stabilimento in cui sarebbe avvenuta la sottrazione, palesemente alterata e cancellata proprio dei dati relativi alle immagini relative del simulato furto». (fonte CertineWs)

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