Malasanità: ingiustizia su ingiustizia per le vittime del sangue infetto

controllati: è questa l’accusa principale sul capo di Poggiolini, Marcucci e altri imputati in un processo ripreso a Napoli nel 2008 dopo anni di stop. L’accusa di aver somministrato ai trasfusi sangue proveniente da alcune case farmaceutiche americane che lo avevano raccolto a loro volta nelle carceri e nei quartieri più poveri. Sangue infettato appunto dai virus dell’Hcv, Epatite B e C. Oltre la metà di queste persone sono già morte in questi 20 anni, altre 7mila si stanno logorando piano piano in una lotta estenuante per veder riconosciuti i loro diritti. Il 3 agosto è arrivata la notizia della sparizione, nell’ultima finanziaria, della rivalutazione Istat dell’indennizzo mensile di circa 500 euro, percepito per curarsi dalle malattie contratte. Inoltre il ministero ha proposto risarcimenti iniqui e differenti per le stesse categorie di trasfusi, per questo osteggiati da molte vittime che si sono riunite nel Comitato spontaneo Blogspot 210/92 (come il nome della transazione per ricevere l’indennizzo) e dal 15 settembre scorso sono in presidio permanente a Roma, davanti a Montecitorio, nonostante le difficili condizioni di salute di alcuni. L’iniquità dei risarcimenti proposti dal ministero consiste nell’attribuire, a parità di malattia, 90 mila euro lordi ai politrasfusi e vaccinati, che sono la maggioranza, e circa 400mila lordi a emofilici e ai talassemici. Come se aver contratto il virus a causa di una trasfusione dopo un parto difficile avesse meno valore che dopo una trasfusione infetta ricevuta da malato cronico. Inoltre, l’interpretazione lasciata ai giudici dei tempi di prescrizione ha fatto sì che molti venissero esclusi da questo risarcimento concesso in ben 15 anni. (Fonte CertineWs)

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