Pesce tossico, allarme dalla Tunisia

 

Ma è bastata la segnalazione di un esemplare pescato nelle acque tunisine per fare sì che il Ministero della Pesca e dell’Ambiente emettesse un comunicato per tranquillizzare la popolazione e avviasse una campagna di informazione per sconsigliarne la pesca e soprattutto il consumo. Lo «sceleratus lagocephalus’ è molto diffuso negli oceani, così come nel Mediterraneo occidentale, ma, sino a poco tempo fa, non era ancora comparso lungo le pescosissime coste tunisine, ricche di molte specie. Ma, evidentemente, il lento mutare delle condizioni climatiche ha spinto questo pesce anche a sud, dove ha trovato un habitat adatto alla specie, peraltro molto robusta, a detta degli studiosi, e quindi capace di adattarsi alle mutate temperature che si stanno registrando, in aumento, nel Mediterraneo.

Il pesce vi sarebbe arrivato dal mar Rosso, passando per il Canale di Suez, ed è stato segnalato soprattutto nei mari greci, vicino ale coste di Rodi, Symi e Creta. Può raggiungere i sessanta centimetri e superare il chilogrammo e mezzo. Di esso in Tunisia, sino al momento, è stato segnalato ufficialmente un solo esemplare (lungo le coste di Ajim, nel Governatorato di Medenine), mentre non sono stati rilevati casi di avvelenamento da consumo delle sue carni. Cosa, questa, che non induce comunque le autorità tunisine ad abbassare la guardia. Hanno infatti avviato una campagna di informazione su di esso, che è conosciuto, nel Mediterraneo, con diversi nomi »pesce palla« (perchè, se attaccato, gonfia a dismisura il suo ventre), »pesce coniglio« (per il caratteristico »muso«), Boukhara. La sua dentatura (composta da quattro denti )è forte e capace di spezzare le reti. A questo occorre aggiungere che viene considerato molto aggressivo. A renderne pericoloso il consumo è una neurotossina (la tetrotossina), presente soprattutto nelle viscere e nella pelle, che, con differenze da persona a persona e in base alle quantità ingerite, può provocare seri problemi, ma non determinare la morte. In ogni caso, il ministero della Pesca e dell’Ambiente ha chiesto ai pescatori di rigettarlo in mare se dovesse restare nelle reti e ai commercianti di non metterlo in vendita. (fonte CertineWs)

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