Perché non ascoltare Gabrielli?

La proposta è quella di fermare le nuove costruzioni per i prossimi 10 anni e investire tutto sulla messa in sicurezza del territorio. Per sistemare le zone a rischio servirebbero 93 miliardi. Come reperirli?
“Stop alle nuove costruzioni per 10 anni, in modo da investire tutto quello che c’è sulla messa in sicurezza del territorio”. Le frasi del capo della Protezione Civile sono perentorie. Siamo davvero disposti a seguirle? A far confluire tutto il denaro verso il risanamento del nostro paese? “Se il paese scegliesse di non fare nuove cose, ma di mettere in sicurezza quelle che ci sono, salvaguarderebbe quel patrimonio unico al mondo che sono il nostro territorio, le nostre comunità, i nostri abitanti e che, invece, in questa condizione di generale abbandono è messo in pericolo” dice Gabrielli. “In passato” prosegue Gabrielli “abbiamo fatto un uso smisurato del suolo e ora ne paghiamo le conseguenze. Si è costruito laddove non si doveva costruire e lo Stato, in molte occasioni, per far cassa ha condonato. Ci dimentichiamo spesso che siamo un paese a fortissimo rischio sismico. Bene, l’ordine degli ingegneri ha stimato che servirebbero 93 miliardi per la sola messa in sicurezza dei comuni nelle zone 1 e 2, le più a rischio. Significa 3.500 comuni su oltre ottomila”.
Troppi soldi? Può darsi, ma consideriamo che in Italia si spendono ogni anno 2,6 miliardi per riparare i danni provocati dalle catastrofi. Dunque più di quello che servirebbe per interventi di messa in sicurezza.
Dove si possono reperire questi fondi? Sicuramente servirebbe un nuovo piano Marshall in grado di rilanciare l’economia e investire in cose utili, infrangendo il patto di stabilità e rifiutando al ricatto del debito pubblico. Lo scorso novembre le associazioni ambientaliste hanno scritto una lettera congiunta al Ministero proponendo un modo per reperire subito dieci miliardi. La proposta è di rinunciare a 6 grandi opere giudicate inutili: la Tav Torino-Lione (5.6 miliardi), l’autostrada Tirreno-Brennero (1,4), l’autostrada Orte-Mestre (1,4), il Ponte sullo Stretto di Messina (250 mln), l’autostrada Cisterna Valmontone e il corridoio Roma-Latina (711 milioni). Tracciando una riga su questi progetti già finanziati e in parte anche avviati, si avrebbero 9,442 miliardi di euro.

CertineWs/MGD

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