Dall’olio della frittura: il primo biodiesel certificato

biodiesel esclusivamente da olio vegetale esausto. Coinvolti nel processo di certificazione sono stati gli esperti  del Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) e quelli dell’Ente di Certificazione Indipendente ICIM. I due organismi hanno definito delle linee guida che consentono di certificare la tracciabilità e il livello di sostenibilità dei biocarburanti. Antonio Panvini, coordinatore del Gruppo di Lavoro GL 905 “Bioliquidi per uso energetico” del CTI, garantisce che l’azienda ha attuato un sistema di gestione del processo di produzione del biocarburante aderente ai principi della Direttiva 2009/28/CE per la promozione delle fonti rinnovabili e dei biocarburanti (RED) e che il biodiesel che ne deriva è conforme alla norma tecnica di prodotto UNI EN 14214. In particolare, la RED impone che ogni operatore della filiera sarà in grado di tracciare il prodotto nell’ambito del proprio processo produttivo. Ogni lotto produttivo sarà, quindi, perfettamente identificabile, a dimostrazione del fatto che non sono stati miscelati prodotti non consentiti. Inoltre, ad ogni tipologia di biodiesel, sarà associato uno specifico valore di sostenibilità, vale a dire il risparmio in gas ad effetto serra che sarà realizzato usando questo biocarburante rispetto al gasolio. La certificazione CTI-ICIM non è altro che il primo passo per aiutare il mercato bisognoso di strumenti certi per garantire sostenibilità e tracciabilità dei prodotti.  CTI infatti, sta già proseguendo i lavori per integrare le linee guida in modo da poter certificare tutti gli operatori della filiera di produzione dei biocarburanti indipendentemente dal prodotto o dalla materia prima trattata. (Certinews/RT)

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