Crollo palco Jovanotti: rischio strage

Poteva essere una strage, solo se il crollo si fosse verificato in un momento più affollato di gente o, peggio ancora, durante l’esibizione del cantante. Dopo la raccolta delle testimonianze da parte della Polizia tra gli addetti al montaggio del palco fino a tarda serata, gli accertamenti ora passano alla Procura della Repubblica di Trieste. Il sostituto procuratore Matteo Tripani, che ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, accerterà l’eventuale carenza di misure anti-infortunistiche, su cui sta lavorando l’Azienda sanitaria locale, poi deciderà su ulteriori perizie. La relazione dei tecnici dovrà precisare se si sia trattato di un cedimento strutturale o causato dal montaggio e individuare eventuali «interferenze» tra le ditte che hanno operato al PalaTrieste. Il giorno dopo la morte di Francesco e il ferimento di altri sette operai, uno dei quali sottoposto a intervento chirurgico, sono scoppiate anche polemiche sulle condizioni di lavoro dopo che ieri alcuni colleghi, in un momento di sconforto, avevano parlato di un compenso di cinque euro all’ora per lo sfortunato ragazzo triestino. Illazioni che il presidente della cooperativa per cui Pinna lavorava, la «OnStage», e lo stesso Jovanotti, hanno voluto smontare subito. Paolo Rizzi, a capo della cooperativa, ha precisato che il compenso era di 6,50 euro all’ora, con contratto regolare sia dal punto di vista della sicurezza che da quello del contratto di lavoro. «Francesco aveva, come tutti – ha sottolineato Rizzi – il caschetto e le scarpe antinfortunistiche. Sarebbe venuto a lavorare anche gratis, perchè gli piaceva, ma era tutto in regola. In anni di lavoro non abbiamo mai avuto alcun infortunio». In un lungo messaggio pubblicato su Facebook e sul sito soleluna.com, Jovanotti ha rivendicato la propria sensibilità verso chi «lavora per allestire una festa». «Pretendo sempre – ha scritto il cantante – che tutti quelli coinvolti anche indirettamente in un lavoro che riguardi la mia musica siano sempre tutelati in ogni forma e anche in questo caso era così. Il mondo dei concerti è un settore serio dove non c’è approssimazione e improvvisazione e nei miei tour c’è totale rispetto delle leggi e delle persone». Secondo Jovanotti «è una tragedia enorme amplificata dal fatto che si stava lavorando per allestire ‘una festà, un evento effimero che lascia il dolore e la morte fuori dai cancelli per una sera. E invece stavolta – ha concluso – tutto si è ribaltato e ora c’è solo dolore sul mio palco distrutto». (Fonte CertineWs)

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