Nucleare, Siemens rinuncia per sempre. In Francia cartellino giallo per 8 centrali

«Il capitolo per noi è chiuso», ha detto il numero uno di Siemens Peter Loescher. La decisione, ha spiegato, è la risposta alla «chiara posizione assunta dalla società e dalla politica della Germania sull’abbandono dell’energia atomica», dopo la catastrofe di Fukushima. Dopo il disastro nucleare provocato in Giappone dal terremoto-tsunami, la Germania ha disposto la chiusura immediata dei suoi reattori più vecchi, a marzo, e poi l’uscita definitiva dal nucleare entro il 2022. Per Loescher il piano di riconversione energetico del Paese è però un progetto realizzabile nell’arco di un secolo: l’obiettivo di raggiungere il 35% di energia alternativa entro il 2020 è irraggiungibile. «Noi non saremo più coinvolti nella gestione della costruzione delle centrali nucleari o nel loro finanziamento. Questo capitolo è chiuso per noi», ha detto Loescher. Commentando poi la crisi dell’Eurozona, Loescher ha assicurato di condividere la linea di Angela Merkel: «Noi condividiamo che si vada avanti nel percorso di integrazione europea, e condividiamo gli obiettivi europei della cancelliera». Su una possibile implosione della zona euro, ha concluso: «Questo non accadrà, ne sono convinto».

NUCLEARE: FRANCIA, CARTELLINO GIALLO PER OTTO CENTRALI
Parigi – Cartellino giallo per otto delle 19 centrali nucleari francesi, ammonite dall’ASN, l’Authority per la sicurezza nucleare, in quanto non soddisferebbero le nuove esigenze dettate dal dopo-Fukushima, in particolare la resistenza ai terremoti e alle inondazioni. Secondo i dossier messi a punto dall’ASN e resi noti oggi da Le Journal du Dimanche, in una lettera datata 23 agosto e indirizzata dall’ASN al direttore della centrale di Cattenom, nell’est del paese, si legge: «Non siete stati in grado di specificare agli ispettori quale sarebbe il vostro piano d’azione post-sismico in seguito a scosse gravi». Le ispezioni e i rapporti sono stati un complemento agli stress-test sulle centrali francesi, che hanno dato risultati tranquillizzanti. Fra gli aspetti insoddisfacenti delle otto centrali nucleari di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Penly, Gravelines, Saint-Alban e Le Blayais, ci sono soprattutto quelli riguardanti la reazione ad alcune catastrofi naturali ipotetiche, all’interruzione dell’alimentazione elettrica con conseguente blocco delle fonti di raffreddamento e la gestione di alcune situazioni di emergenza. In tutto sarebbero oltre 200 le «azioni correttive» invocate dagli ispettori nelle centrali. Per il direttore della sicurezza dei reattori (in Francia sono 58 quelli in attività), Martial Jorel, «i rischi sismici non sono stati percepiti nel loro giusto valore in Francia, un paese in cui i movimenti tellurici sono poco frequenti». Ma dopo l’incredibile sequenza di catastrofi dell’11 marzo scorso in Giappone, con il terremoto e lo tsunami gigante, le esigenze sono cambiate. E l’allarme di una settimana fa nella centrale per il trattamento delle scorie di Marcoule, nel sud, dove c’è stata soltanto l’esplosione di una fornace, non classificato neppure come incidente nucleare, ha fatto tornare prepotentemente d’attualità nel paese il dibattito sulla sicurezza degli impianti. (fonte CertineWs)

Share Button