Legno, materia prima sostenibile e riproducibile. Al via i lavori per la figura professionale dell’operatore forestale

Il legno è un materiale sostenibile e riproducibile, in grado di trasmettere una piacevole sensazione di benessere, calore e intimità grazie alla sua origine naturale. E’ un materiale resistente che in Italia, soprattutto ultimamente, sta avendo una spinta importante per il suo utilizzo come materiale da costruzione, non solo per la realizzazione di tetti ma anche per la costruzione di abitazioni vere e proprie.
Va detto che quando si parla di legno bisogna fare una distinzione: vi è il legno massiccio e il legno abbinato ad altri materiali, tipologie che vengono entrambe utilizzate in ambito edilizio e per le quali in ogni caso è prevista la marcatura CE (come per tutti i prodotti da costruzione).
Parlando di legno non si può inoltre fare a meno di citare le implicazioni di carattere ambientale ad esso connesse, essendo strettamente collegato alla gestione e all’utilizzo corretto delle foreste.
Insomma le problematiche che coinvolgono il settore legno sono moltissime – come ci ha spiegato Stefano Berti, direttore di IVALSA (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree) e presidente della Commissione Legno dell’UNI – e nel difficile equilibrio ambientale la corretta gestione delle foreste risulta di primaria importanza.
“Proprio per questo – ha spiegato Berti – come Commissione Legno stiamo avviando lo studio di una norma che riguarda la figura professionale dell’operatore forestale, che rappresenta un anello importantissimo per la gestione del territorio. E’ fondamentale – ha ribadito – la necessità di dare consapevolezza e professionalità a una figura professionale che non è regolamentata e che a tutti gli effetti rientra nel quadro della legge 4/2013”.
La futura norma UNI intende definire questa professione all’interno del comparto filiera bosco-legno, figura molto importante nelle fasi di cura colturale e taglio del bosco secondo i criteri di sostenibilità, di definizione e di scelta degli assortimenti da destinare all’industria del legno. Il documento intende definire la figura professionale dell’operatore forestale nei differenti settori in cui opera: abbattimento e allestimento, concentramento ed esbosco, lavori complementari.
In Italia, a differenza che negli altri Paesi UE, non esiste uno specifico e condiviso iter formativo per questa professione. Risulta pertanto necessario avviare questo percorso per uniformare la normativa tecnica volontaria, in modo da adeguarla e renderla complementare al vigente quadro tecnico e normativo nazionale ed europeo, per fornire le garanzie di qualità al mercato e per aumentare il riconoscimento professionale dei singoli operatori.
La definizione standardizzata dell’attività di operatore forestale porterà benefici diretti a tutta la filiera. Gli Enti pubblici e il mercato di settore potranno trovare nelle competenze e professionalità di questa figura un sicuro e certo punto di riferimento a garanzia della sostenibilità, non solo economica, ma anche sociale e ambientale dell’intero patrimonio forestale, oltre a garantire un’occupazione effettivamente qualificata per i giovani che desiderano lavorare in questo settore.
“Molte Regioni stanno iniziando ora a rilasciare patentini e a organizzare corsi di formazione professionale – sottolinea Stefano Berti -; si tratta di un primo passo importante che va nella giusta direzione, ma non è abbastanza! Ci vuole infatti una norma tecnica che fornisca un approccio corretto e univoco, che specifichi i requisiti di base che deve avere questo professionista e l’iter di formazione professionale al quale sottoporsi”.
“Come ulteriore beneficio – prosegue Stefano Berti – la norma contribuirà alla riduzione degli incidenti sul lavoro (e di conseguenza ad una maggiore sicurezza degli operatori del settore) e – garantendo una migliore gestione del territorio – potrà contribuire anche alla preservazione del nostro patrimonio forestale, un polmone verde fondamentale per la vita del nostro pianeta”.
I lavori sulla nuova norma UNI saranno avviati prossimamente in occasione di una riunione alla quale saranno invitate nuove realtà che potrebbero contribuire alla stesura della norma: rappresentanti delle Regioni, mondo accademico e mondo imprenditoriale, associazioni di boscaioli, ecc.
Terminologia e classificazione delle specie legnose, difetti del legno, prodotti di legno, caratteristiche e prove del legno e suoi derivati; trattamenti preservanti e curativi per il legno; pannelli a base di legno; sughero; prodotti di prima lavorazione (segati, pali, imballaggi); prodotti di legno per edilizia (pavimenti, perline, ecc.); problemi specifici del legno in relazione a fuoco, colle, vernici…. Sono proprio questi alcuni degli aspetti di competenza della Commissione Legno che vanta attualmente un corpus normativo di quasi 400 norme tecniche che gli esperti UNI tengono costantemente aggiornate tramite una capillare opera di revisione quinquennale.
“Purtroppo in alcuni gruppi di lavoro la rappresentanza del mondo imprenditoriale è scarsa – dichiara Berti – nonostante si tratti di settori importanti e, talvolta, delicati. Parlo ad esempio dei prodotti per il trattamento e la conservazione del legno, argomento che rientra nell’ambito della regolamentazione comunitaria sui ‘Biocidi’ e che ha quindi implicazioni sulla tutela sia della salute umana e animale sia dell’ambiente. In altri settori invece, come ad esempio quello delle pavimentazioni di legno e dei serramenti, le aziende italiane sono più presenti e molto interessate a far parte dei gruppi di lavoro UNI. Infatti abbiamo appena concluso i lavori di una nuova norma sui posatori dei pavimenti di legno che sarà presto sottoposta all’inchiesta pubblica finale”.
Gli esperti della Commissione Legno si occupano anche di interfacciare attivamente i lavori normativi condotti in sede europea dal CEN (Comitato europeo di normazione).
“Stiamo anche valutando di intensificare la nostra presenza in ambito ISO dove stanno ripartendo alcuni lavori interessanti, come ad esempio quello sulla ‘catena di custodia dei prodotti a base di legno’. E’ infatti molto avvertita l’esigenza di seguire tutte le fasi della catena di produzione del legno: dal bosco fino al prodotto finito. Seguirla nei vari passaggi, nelle varie fasi di trasformazione e lavorazione in modo da avere la completa tracciabilità. C’è un regolamento comunitario del 2011 (noto come EU TimberRegulation – EUTR) che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodotti derivati tra cui proprio quello che vieta di commercializzare prodotti a base di legno ricavati da piante abbattute illegalmente”.
Il presidente della Commissione Legno ha concluso con una breve panoramica sui più recenti sviluppi dell’attività normativa nel settore: lo sviluppo di una norma sulle finiture delle superfici dei mobili; la recentissima pubblicazione di due nuove norme UNI sui cofani funebri; i lavori normativi sui pannelli a base di legno per l’utilizzo nelle costruzioni, con particolare riferimento alla determinazione della presenza di formaldeide; la revisione quinquennale del vasto parco normativo sugli imballaggi industriali in legno, preso come esempio in tutta Europa.

CertineWs/MGD

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