Arriva la mozzarella di bufala “halal” per il consumatore islamico

A questo mercato, in costante espansione, ha pensato il Consorzio della Mozzarella di Bufala campana DOP, avviando il processo di conformità “halal” per i caseifici che intendono produrre per questo enorme mercato.
Gli unici enti deputati al rilascio del marchio sono le associazioni culturali islamiche presenti in Italia che, in collaborazione esclusiva con il Tuv Italia certificazioni, predispongono specifici audit in azienda. “Per la prima volta a livello internazionale – sottolinea Roberto Passariello, responsabile Food Italia di Tuv – un’associazione islamica, un ente di certificazione istituzionale e un Consorzio di Tutela hanno collaborato per realizzare un disciplinare tecnico che rispetta non solo le leggi islamiche ma anche le norme internazionali”.
“Questa iniziativa per noi è anche il segnale dell’attenzione di istituzioni e aziende verso la tutela delle minoranze religiose. Finalmente tra gli scaffali della grande distribuzione potremo comprare prodotti con il marchio halal, un passo in avanti anche nell’ottica dell’integrazione tra comunità” commenta l’imam Abdallah Massimo Cozzolino, direttore della moschea di Napoli e presidente dell’associazione culturale islamica Zayd Ibn Thabit.
“Il risultato – spiega il direttore del Consorzio, Antonio Lucisano – è un esempio virtuoso della capacità di coniugare tradizione del prodotto e innovazione del mercato, che offre nuove opportunità da cogliere senza intaccare l’eccellenza della mozzarella di bufala campana Dop. Resta intatta infatti la qualità del prodotto, garantita dal pieno rispetto del disciplinare, ma, come Consorzio, ci apriamo a una nuova sfida globale, venendo incontro a una domanda crescente di una fetta significativa di consumatori”.
Non ci sono differenze nella produzione prevista dal disciplinare della DOP ma, per produrre in modo “halal” occorrono particolari attenzioni nel percorso lavorativo come, ad esempio, l’indicazione della data di produzione oltre a quella di scadenza, l’utilizzo di prodotti senz’alcool per la pulizia degli impianti. Che non siano suggerimenti da prendere in considerazione anche per le tecniche produttive abituali? (fonte CertineWs)

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